Verdiana nasce a Castelfiorentino pochi decenni dopo che questo borgo aveva ricevuto tale denominazione dal Vescovo di Firenze.
Gli storici concordano che sia il 1178, l’anno dei natali della futura Santa, e la tradizione la vuole fantesca della famiglia Attavanti.
Quelli sono i tempi nei quali i venti di guerra contro gli imperatori germanici soffiano con veemenza anche in Valdelsa, e Castelfiorentino assiste al giuramento del patto di unione della lega guelfa toscana contro il Barbarossa nella Pieve di S. Ippolito il 4 Dicembre 1197.
Verdiana vive l’infanzia come pastorella e intorno alla sua figura fioriscono numerose storie arricchite da avvenimenti miracolosi.
Divenuta adolescente viene accolta in casa Attavanti e famoso è il miracolo delle fave: si racconta, infatti, che un giorno Jacopo, il capo famiglia, avesse accumulato e rivenduto una certa quantità di questi legumi, il cui prezzo era salito alle stelle a causa della carestia seguita alla peste. Ma quando il compratore si presentò a ritirare la merce, il magazzino risultò vuoto, perché nel frattempo Verdiana aveva donato tutto ai poveri. L’irritata reazione di Jacopo ebbe come unica risposta l’invito ad attendere ventiquattr’ore: effettivamente il giorno dopo Dio premiava la carità della famiglia facendo ritrovare intatto il raccolto.
Il pellegrinaggio, in Verdiana ormai donna, fu l’impulso verso la conversione ed un modo di espiazione che si trasformerà, appena ritornata, nel pellegrinaggio interiore della vita eremitica; così arriva a Compostella presso la tomba dell’apostolo Giacomo e forse a Roma presso le tombe dei martiri.
Ritornata a Castelfiorentino i paesani le edificheranno nei pressi dell’Elsa una celletta, attigua all’oratorio di S.Antonio abate, struttura usata come lazzaretto per gli appestati.In quella cella entrò la prima domenica di Avvento del 1208 e vi rimase reclusa per 34 anni.
Da una finestrella assisteva alla messa, parlava con i visitatori e riceveva lo scarso cibo di cui si nutriva.
Attraverso questo spiraglio la tradizione vuole che abbia incontrato S. Francesco che passava dalla Valdelsa, ma sicuramente vide prima di morire la mole della chiesa francescana che stava sorgendo poco distante.
Sicuramente ebbe numerosi colloqui con il vescovo di Firenze Ardingo, figura di grande riformatore che come ultimo dei suoi fedeli avrebbe ascoltato le parole ed i consigli di Verdiana, improntando ad essi il servizio per la diocesi.
Si dice che negli ultimi anni della sua vita sia stata martoriata dalla presenza di due serpi di cui mai ne rivelò la presenza.
La sua morte risale al 1° Febbraio 1242, annunciata dal suono delle campane.